La storia
da “L’Arena” del 24 ottobre 2006
Il navigatore trovò l’approdo e creò il paese delle caramelle
Se lo ricordano ancora in molti quel profumo di caramelle che inondava via Mantovana a Cavalcaselle. Usciva dagli aspiratori che buttavano fuori il vapore del piccolo laboratorio di Costantino Zamboni: nella casa natale, all’angolo tra via Mantovana e la Statale 11, aveva iniziato l’attività di produzione di caramelle che commercializzava con il marchio Inverca (Industria Veronese Caramelle). Quella dei Zamboni era, ed è tutt’ora, un’attività a conduzione famigliare anche se negli anni ha vissuto diverse trasformazioni.
Tutto iniza con Costante Zamboni, nonno di Costantino: originario di San Giorgio in Salici, alla fine dell’Ottocento si trasferisce a Cavalcaselle acquistando il fabbricato ancora oggi sede del negozio e che era stato costruito nel Settecento. Costante Zamboni vi apre la Locanda al Vapore: il nome era il suo omaggio all’azienda per la quale aveva lavorato sino ad allora, la Navigarda. La locanda funziona bene: sono gli anni che precedono la prima guerra mondiale, e la buona cucina e l’accoglienza garbata contribuiscono a far conoscere l’attività. Cavalcaselle era già allora tappa di molti viaggi: le bellezze del vicino lago di Garda, ma anche gli affari e i commerci creavano molto movimento, e una locanda ben gestita era un ottimo punto di riferimento. Lo testimoniano le numerosissime buste con cui un tempo arrivavano per posta le richieste di prenotazione.
Costante e la moglie Sofia hanno cinque figli maschi, ma di questi solo Albino resta a Cavalcaselle e porta avanti l’attività di famiglia. Albino si sposa con Emma Preosti, nativa di Salionze; dal matrimonio nascono Costantino e Nella. Emma, però, resterà presto vedova: Albino Zamboni, infatti, muore poco più che quarantenne nel periodo fra le due guerre mondiali e la giovane donna, dopo qualche anno, si unirà in seconde nozze con Ercole Gagliano, fondatore dell’omonima ditta di liquori con sede sempre a Cavalcaselle. La locanda si trasforma così in una sorta di concessionaria della Gagliano, con la vendita diretta dei liquori e degli sciroppi. Nella bottega muove i suoi primi passi anche Costantino, che non solo impara il mestiere di famiglia ma, a metà degli anni Cinquanta, decide di affiancare alla vendita specializzata di liquori, la produzione di caramelle.
“Il laboratorio è stato attivo sino al 1965″, ricorda il figlio Armando, oggi titolare dell’attività portata avanti insieme alla moglie Umberta. Anche Armando ha iniziato da ragazzo a muovere i primi passi nell’azienda e ricorda ancora quella lavorazione così complessa ma affascinante al tempo stesso.
“Credo che nessuno immagini quanto sia complicata la produzione delle caramelle. E’ molto più difficile della produzione di liquori: lì basta un pentolone, ma per le caramelle non ci sono molte scorciatoie. E in più è una lavorazione che si fa a caldo”. Glucosio e zucchero messi a fondere a temperature molto elevate in pentoloni di rame che poi venivano pressurizzati: l’impasto che ne risultava era la base neutra alla quale occorreva poi aggiungere i diversi aromi. Caramelle semplici, con il ripieno, ricoperte di cioccolato, piatte o bombate, a raggiera, a ventaglio, a spicchi: quante volte sono stati cambiati i pezzi dei vari stampi sui macchinari di via Mantovana. Ma le difficoltà non finivano qui.
“Anche l’incarto non è da meno”, conferma Armando Zamboni. “Ne esistono di vari tipi: a doppio fiocco, a cestello, a sacchetto – che è una sorta di cestello rovesciato – a punta, che è quello che si usa con le caramelle piatte e quadrate. Le cartine venivano prodotte, stampate, e arrivavano su bobine per poi essere “tagliate”. Tanto lavoro; quasi tutto immerso negli aromi e nei profumi che ancora oggi ognuno ritrova nel gesto più che familiare di scartare una caramella.
Costantino e la sua Inverca abbandonarono la produzione diretta a metà degli anni Sessanta. I macchinari vennero ceduti ad altre aziende e il negozio Zamboni, sorto negli spazi della bottega caffè della Locanda, si dedicò esclusivamente alla vendita sia di dolciumi che di liquori. Oggi l’attività è condotta da Armando e dalla moglie Umberta. Nel 2005 l’intero edificio è stato ristrutturato ed è stata recuperata la facciata esterna originale dell’Ottocento, e sono state aperte le nuove sale del negozio, dove trovano spazio i numerosi documenti ed oggetti testimoni della storia dell’azienda: bolle di acquisto, fatture per i lavori fatti all’edificio, corrispondenza tra i componenti della famiglia.
“Tante cose si sono salvate”, conclude Armando Zamboni, “nella nostra casa come in molte altre, solo perchè c’erano i solai: quegli spazi sono stati gli archivi di una memoria che altrimenti sarebbe certamente andata dispersa”.
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